Come durante il primo periodo di lockdown, anche in questa fase di seconda ondata con chiusure differenziate per regione,
la filiera della riparazione rientra tra le attività ritenute essenziali e pertanto non si arresta nemmeno in zona rossa.
Infatti
il lavoro delle officine è essenziale sia per le vetture delle aziende che possono aprire, sia per i mezzi dei privati che devono andare a lavorare, così nell’ultimo DPCM in vigore fino al 3 dicembre 2020 si chiarisce che tutti gli operatori della filiera della riparazione – dai ricambisti alle officine - possono rimanere aperti in tutta Italia, anche nelle cosiddette zone rosse. A differenza della prima fase, in questo DPCM è
consentita l’apertura anche a concessionarie e autosaloni per la vendita dei veicoli.
L’ Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA) spinge molto per all’applicazione del protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 per contrastare l’aggravamento della pandemia a tutela di tutti i lavoratori, fornitori e clienti.
L’epidemia ha portato con sé un problema sicuramente sanitario che però dietro trascina un problema di tipo economico, infatti, durante il periodo di chiusura delle attività non essenziali in tutto il territorio nazionale nella scorsa primavera, il comparto delle vendite dei veicoli ha sofferto grandi perdite che non possono essere più recuperate.
Secondo l’ANFIA bisogna sfruttare questo momento di crisi per rivoluzionare il mercato dell’automotive e rilanciarlo in chiave competitiva nel mercato globale che investa anche in ottica
green e
smart, parole chiave ormai imprescindibili nell’industria 4.0.
Zona arancione e zona rossa si può andare dal meccanico
Nelle zone definite rosse e arancioni, quindi con situazioni più critiche di contagio,
per recarsi in officina è necessario che il cliente sia munito di autocertificazione sulla comprovata necessità di muoversi. In officina poi sarà necessario, anche in zona gialla, adottare tutte quelle misure che in questi mesi abbiamo appresi: ingressi contingentati, distanza interpersonale di almeno un metro, uso delle mascherine che coprano naso e bocca anche negli spazi esterni, igienizzazione e sanificazione dei locali e delle vetture.
Diminuendo gli spostamenti nelle zone rosse andrà a diminuire la presenza di vetture in officina e se la tentazione di chiudere potrebbe esser forte, noi abbiamo dei buoni consigli per batterla e continuare a lavorare!
Ecco una lista di cose che si possono fare con FAST Officina:
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Fonti:
Autoriparazione: la filiera non si ferma